
E’una rarissima testimonianza di una persona scampata ad un omicidio legalizzato. Un essere umano con tanta voglia di vivere, ma al quale era stato negato il diritto di nascere da parte di un’abominevole ed arrogante volontà che si crede padrona della vita altrui da una parte e un’ignobile speculazione dall’altra. Cosa esiste di piu’ esecrabile in un mondo in cui, contemporaneamente, ci si straccia le vesti ricordando i massacri dei lager nazisti e comunisti? Sì, è così. Non si ha il coraggio di ammettere che non esiste differenza fra le due cose. In questi lager ci si arricchisce operando un massacro di massa di auschwitziana memoria. Avremmo potuto sentire milioni di queste testimonianze senza voce. Cosa avrebbero detto? Le stesse cose sentite in questo tristissimo filmato, ma bestie umane non gliel’hanno consentito. S’impedisce ad una vita di nascere perché non ritenuta sana o il suo vivere potrebbe costituire un ostacolo. Anche i nazisti, che piaccia o no, la pensavano esattamente così, anche se dà fastidio riconoscerlo. Piu’ che far tremare i polsi, dovrebbero tremare le coscienze di tutti coloro che distinguono un aborto da un omicidio, ma di omicidio sempre si tratta perché, quando s’interrompe una vita, si uccide. Tutte le disquisizioni che si fanno in merito servono soltanto a difendere e nascondere un abominevole egoismo umano. Un germoglio appena fuoriuscito dal seme e inizia a spuntare dal terreno non si considera una pianticella in formazione? Se non lo è, allora mi si risponda che cosa è. Per una vita umana è la stessa e medesima cosa. Non abbiamo nessun diritto e facoltà di decidere quando è vita e quando non lo è.